Di decreto in decreto il nostro settore come altri segmenti della vita economica è stato fermato

Di decreto in decreto il nostro settore come altri segmenti della vita economica è stato fermato

Di decreto in decreto il nostro settore come altri segmenti della vita economica è stato fermato. Imprese e lavoratori, va detto senza spirito polemico, hanno vissuto queste settimane nella incertezza, se non nel caos. Una situazione determinata soprattutto dalla mancanza di disposizioni chiare sulle protezioni da assicurare ai lavoratori sin dal loro trasporto nei cantieri. E questo avveniva nel nostro settore già esposto ai pericoli derivanti da inosservanze della sicurezza in tempi normali. Un aspetto drammatico nella più ampia situazione di grande difficoltà che il Paese sta attraversando a causa della pericolosa epidemia virale. Finalmente si è deciso di assumere una linea di condotta precisa. Se avesse tardato, non avremmo potuto fare altro che decidere azioni di mobilitazione: i lavoratori non possono essere abbandonati al loro destino, la difesa della loro salute è e resta una priorità da assicurare.

Restano attive le opere di ingegneria civile come ad esempio la metro C. Occorrerà vigilare che queste attività si svolgano senza compromettere la vita degli edili e si forniscano tutte le protezioni essenziali.

La Feneal Uil di Roma continua nel suo impegno di servizio ai lavoratori edili. Su questo essi devono star certi che il sindacato continuerà a stare al loro fianco. Oggi piovono, è il caso di dirlo, richieste di cassa integrazione. Noi ci siamo battuti e impegnati su questo versante per garantire un sostegno economico e una tutela ai lavoratori del settore in questo delicato momento.  Ma le nostre casse edili non hanno dimenticato il grande e generoso lavoro compiuto negli ospedali dal personale sanitario cui va tutta la nostra riconoscenza ed hanno messo a disposizione dei fondi per l’acquisto di attrezzature sanitarie. Inoltre abbiamo ottenuto a livello nazionale dei risultati in grado di sostenere il lavoro in una fase tanto difficile, come ad esempio l’accordo su alcuni istituti del settore come l’anzianità professionale edile (Ape) ed il Gnf, allo scopo di garantire ancor meglio la condizione dei lavoratori edili.

Sappiamo bene che attualmente quello che conta è superare la grave avversità del momento. Ma non trascuriamo di pensare al domani, a quando sarà necessario accompagnare una ripartenza delle attività economiche che si preannuncia purtroppo problematica. E’ evidente che in alcune realtà si ripartirà quasi da zero. Senza dimenticare che il settore, tranne poche eccezioni, a Roma languiva già da tempo. Occorrerà tutta l’energia del sindacato per chiedere di dare la precedenza su ogni altra considerazione di carattere politico (o elettorale) al tema del lavoro. Su questo punto siamo decisi a batterci con estrema decisione. Ma ci sono anche problemi sociali enormi che si evidenzieranno. Già ora va constatato con amarezza che mentre è la popolazione anziana a pagare il prezzo più alto alla epidemia, dal punto di vista politico non si va oltre gesti di compassione. Non c’è una strategia mirata ad alleviare le molteplici difficoltà degli anziani che sono ben più di 10 milioni in questo Paese. Servirebbe ben altra solidarietà adesso e in seguito. L’epidemia non è fatta di numeri, ma di sofferenze, timori, ansia per il domani. Le risposte da dare devono essere all’altezza di questa situazione. La Feneal c’è e sarà sempre al fianco dei lavoratori e dei cittadini.

Giovanni (Agostino) Calcagno

Segretario generale Feneal Uil Roma e Lazio