Riparte l’attività formativa nella Feneal Uil, uno strumento prezioso sia per preparare nuovi giovani all’impegno sindacale ed assicurare un solido ricambio generazionale, sia per provvedere alla esigenza di restare al passo con i cambiamenti nel mondo del lavoro.
L’umanesimo riformista fin dalle sue origini ha fatto del diritto alla conoscenza uno dei pilastri della lotta per emancipare la classe lavoratrice. Non a caso nel passato si soleva dire che non era sufficiente resistere un minuto in più del padrone, ma occorreva conoscere anche un libro in più del datore di lavoro.
Conoscere per essere più liberi, preparati a negoziare mentre avanza la rivoluzione tecnologica, in grado di saper difendere i diritti e la dignità del lavoro.
Ma vi è un motivo in più per valorizzare la formazione. Lo ha spiegato bene l’introduzione del bonus del 110%, segnalando la mancanza di figure professionali nel nostro settore. Ciò è dovuto ad un decennio fra i più duri e difficili della nostra storia economica e sociale: prima la grande crisi, poi la pandemia. L’uscita dal lavoro di molti edili che hanno raggiunto i requisiti per la pensione o che hanno cambiato settore , ha completato questo scenario. Ecco perché è necessario che la formazione diventi uno degli obiettivi più generali per garantire con la crescita opportunità di lavoro qualificato. Ed in questo senso è ovvio che serva un impegno continuativo da parte delle strutture di istruzione e di formazione del nostro Paese che finora non vi è stato: la scuola è lontana dal mondo del lavoro, gli stessi nostri enti bilaterali possono e debbono fare di più in questa direzione.
Perché non solo serve formazione, ma formazione permanente. Pensiamo solo alle trasformazioni che si sono già presentate e che si profilano nella nostra economia: la transizione energetica, l’uso dei materiali compatibili con l’ambiente; la robotica, l’intervento della intelligenza artificiale; il rapporto fra progettazione ed attuazione delle opere attraverso la rete. E potremmo continuare. Fra l’altro questi mutamenti profondi nel modo di concepire il lavoro, sempre più presenti, impongono anche una riflessione sullo sfruttamento, sulla sicurezza, sui diritti, che resta più che mai necessaria.
La conoscenza è dunque fondamentale; lo è anche quella che riguarda i valori e la esperienza storica della Uil e della fenealUil, per garantire quella identità che ci ha fatto essere protagonisti delle lotte e delle conquiste sindacali.
Ognuno deve fare la sua parte. Il sindacato ne è consapevole, ma non lo sono però in misura sufficiente le Istituzioni: pensiamo alle risorse europee che arriveranno su Roma e sul Lazio, sulle quali per ora c’è una non confortante nebbia di scelte ed indirizzi. Quale parte avrà la formazione dei lavoratori nella distribuzione di tali risorse che saranno considerevoli? Pensiamo inoltre alle prospettive che abbiamo davanti con il Giubileo, forse con l’Expo del 2030. Come saranno utilizzati i fondi del Pnrr insomma anche su questo versante essenziale come su quello della sicurezza del lavoro?
E’ un compito quello della formazione che dovrebbe finalmente essere inteso come una delle vere priorità della crescita economica e sociale dell’intero Paese. Si discute molto su come riattivare il cosiddetto ascensore sociale come risposta alla precarietà ed alla emarginazione. Il motore più importante resta quello della formazione. Non in base ad una astratta analisi della situazione, ma come conseguenza della valutazione concreta di ciò che occorre al più presto per impedire nuove diseguaglianze, stagnazione economica verso le quali non è possibile reagire solo con l’assistenza. Un terreno di impegno e di confronto sul quale si misurerà anche la qualità della politica e la volontà di tornare a misurarsi con le forze sociali e sindacali senza ritualità ma con credibilità.
Giovanni (Agostino) Calcagno
Segretario generale Feneal Uil Roma e Lazio