Giubileo

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Metropolitane Roma

Metropolitane Roma

Metropolitane RomaE’ tardi, anzi tardissimo. Con il Giubileo della Misericordia ormai alle porte, per il quale sono attesi milioni di pellegrini che se anche fossero “soltanto” migliaia la città non sarebbe pronta ad ospitare, gli interventi dei lavori pubblici funzionali a favorire l’accoglienza nel territorio urbano stentano ancora a partire. Il rischio di accogliere i fedeli con gli operai in strada è alto: le accelerazioni improvvise nelle lavorazioni e le turnazioni non concordate sono dietro l’angolo, c’è da scommettere.

Pochissimi peraltro i fondi per gli investimenti, per i quali il Campidoglio sta trattando con il governo in cerca di trasferimenti. Nonostante le rassicurazioni di facciata, è chiaro che il Giubileo straordinario non sarà l’occasione tanto attesa per rimettere in moto la stagnante economia capitolina e rilanciare Roma e la sua immagine, mai come ora bisognosa di un restyling di sostanza, ben diverse sono del resto le condizioni di partenza rispetto al Giubileo del 2000, ma per l’edilizia, ormai in ginocchio, con migliaia di lavoratori a casa e centinaia di ditte sull’orlo del baratro, esso rappresenta ad ogni buon conto un’opportunità, comunque. Deve rappresentare un’opportunità, per questo c’è bisogno di sindacato. Il nostro coinvolgimento per verificare e monitorare i lavori appaltati e garantire legalità, trasparenza, concorrenza e diritti dei lavoratori rappresenta un dovere, una condizione non negoziabile.

Giubileo

E’ tardi, anzi tardissimo. Con il Giubileo della Misericordia ormai alle porte, per il quale sono attesi milioni di pellegrini che se anche fossero “soltanto” migliaia la città non sarebbe pronta ad ospitare, gli interventi dei lavori pubblici funzionali a favorire l’accoglienza nel territorio urbano stentano ancora a partire. Il rischio di accogliere i fedeli con gli operai in strada è alto: le accelerazioni improvvise nelle lavorazioni e le turnazioni non concordate sono dietro l’angolo, c’è da scommettere.

Pochissimi peraltro i fondi per gli investimenti, per i quali il Campidoglio sta trattando con il governo in cerca di trasferimenti. Nonostante le rassicurazioni di facciata, è chiaro che il Giubileo straordinario non sarà l’occasione tanto attesa per rimettere in moto la stagnante economia capitolina e rilanciare Roma e la sua immagine, mai come ora bisognosa di un restyling di sostanza, ben diverse sono del resto le condizioni di partenza rispetto al Giubileo del 2000, ma per l’edilizia, ormai in ginocchio, con migliaia di lavoratori a casa e centinaia di ditte sull’orlo del baratro, esso rappresenta ad ogni buon conto un’opportunità, comunque. Deve rappresentare un’opportunità, per questo c’è bisogno di sindacato. Il nostro coinvolgimento per verificare e monitorare i lavori appaltati e garantire legalità, trasparenza, concorrenza e diritti dei lavoratori rappresenta un dovere, una condizione non negoziabile. Oltre alla perdita di posti di lavoro, la crisi ha infatti provocato nel settore una crescita esponenziale del lavoro nero e dell’evasione contributiva, sia negli appalti pubblici che in quelli privati, fenomeni che rischiano di diventare un elemento strutturale del mercato delle costruzioni, tanto da minare la concorrenza e da essere discriminanti nelle gare d’appalto. Come sindacato delle costruzioni plaudiamo ai poteri affidati al Prefetto così come al protocollo sulle linee guide per gli appalti siglato dal Comune di Roma per il controllo preventivo dell’Autorità Anticorruzione su tutti gli atti relativi all’assegnazione dei cantieri nella gestione del Giubileo, ma sappiamo per esperienza diretta che i “pezzi di carta”, le task forces ed i controlli a campione non bastano, il caso della Metro C fa scuola.

La procedura negoziata con esclusione automatica delle offerte anomale, metodo scelto per l’affidamento dei lavori pubblici giubilari, vedrà garantite – assicurano dal Campidoglio – rotazione delle imprese e tracciabilità delle procedure, correttezza degli stati di avanzamento lavori, legittimità delle varianti in corso d’opera, ma di fatto i cantieri per la riqualificazione dell’area di Stazione Termini sono stati assegnati con ribassi fino al 44%! Facile indovinare quali saranno le prime voci di costo da comprimere. La conformità degli atti ed i controlli a campione sono importanti ma non sufficienti, occorrono sinergie di intenti e presenza puntuale e quotidiana sul territorio, maturata tutti i giorni nei cantieri incontrando ed ascoltando i lavoratori. E’ il nostro mestiere. Occorrono fiuto e perseveranza perché le vie dell’illegalità, dell’abuso e dell’irregolarità sono infinite e mutevoli, cambiano forma secondo il contesto e le circostanze.

Se non vogliamo che questo Giubileo si trasformi nell’ennesima pagina di organizzata inefficienza e spreco da scaricare sulle spalle e le tasche della cittadinanza, nell’ennesima deplorevole “figuraccia” di cui i romani non hanno certamente bisogno, è necessario da subito lavorare congiuntamente con i soggetti del territorio, tra cui le parti sociali. Per questi motivi sollecitiamo un confronto stringente, proficuo e responsabile con l’amministrazione cittadina sui cantieri e le opere pubbliche, con la speranza di voltare pagina.

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Metropolitane RomaE’ tardi, anzi tardissimo. Con il Giubileo della Misericordia ormai alle porte, per il quale sono attesi milioni di pellegrini che se anche fossero “soltanto” migliaia la città non sarebbe pronta ad ospitare, gli interventi dei lavori pubblici funzionali a favorire l’accoglienza nel territorio urbano stentano ancora a partire. Il rischio di accogliere i fedeli con gli operai in strada è alto: le accelerazioni improvvise nelle lavorazioni e le turnazioni non concordate sono dietro l’angolo, c’è da scommettere.

Pochissimi peraltro i fondi per gli investimenti, per i quali il Campidoglio sta trattando con il governo in cerca di trasferimenti. Nonostante le rassicurazioni di facciata, è chiaro che il Giubileo straordinario non sarà l’occasione tanto attesa per rimettere in moto la stagnante economia capitolina e rilanciare Roma e la sua immagine, mai come ora bisognosa di un restyling di sostanza, ben diverse sono del resto le condizioni di partenza rispetto al Giubileo del 2000, ma per l’edilizia, ormai in ginocchio, con migliaia di lavoratori a casa e centinaia di ditte sull’orlo del baratro, esso rappresenta ad ogni buon conto un’opportunità, comunque. Deve rappresentare un’opportunità, per questo c’è bisogno di sindacato. Il nostro coinvolgimento per verificare e monitorare i lavori appaltati e garantire legalità, trasparenza, concorrenza e diritti dei lavoratori rappresenta un dovere, una condizione non negoziabile.

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