La protesta dei lavoratori del cantiere di San Giovanni della metro C è stata temporaneamente sospesa, in attesa del fantomatico appuntamento fissato per il 15 ottobre dal dimissionario Assessore ai Trasporti Esposito proprio la sera prima che rimettesse il suo mandato, a cui avrebbero dovuto partecipare anche Roma Metropolitane, il Consorzio Metro C e la ditta subaffidataria Ecologica 98. Considerato il delirante quanto avvilente scenario politico-amministrativo capitolino delle ultime ore e non solo, ancora una volta ci si trova di fronte alla prevaricazione dei diritti dei lavoratori e dei cittadini, sacrificati sull’altare degli interessi dei giochi politici.
Dopo giorni di protesta, i lavoratori del cantiere di San Giovanni, anche su indicazione dei sindacati territoriali di categoria Feneal Uil, Filca Cisl, Fillea Cgil, hanno optato per una scelta di responsabilità che non gravasse ulteriormente sui tempi di lavorazione dell’opera, nell’intento di non arrecare ulteriore danno agli abitanti di una città palesemente allo sbando.
Per gli edili di Cgil, Cisl e Uil il tema sulla costruenda metro C, non è più soltanto rappresentato dal rispetto dei diritti dei lavoratori (a partire da quelli licenziati nel cantiere di San Giovanni).
La protesta dei lavoratori del cantiere di San Giovanni della metro C è stata temporaneamente sospesa, in attesa del fantomatico appuntamento fissato per il 15 ottobre dal dimissionario Assessore ai Trasporti Esposito proprio la sera prima che rimettesse il suo mandato, a cui avrebbero dovuto partecipare anche Roma Metropolitane, il Consorzio Metro C e la ditta subaffidataria Ecologica 98. Considerato il delirante quanto avvilente scenario politico-amministrativo capitolino delle ultime ore e non solo, ancora una volta ci si trova di fronte alla prevaricazione dei diritti dei lavoratori e dei cittadini, sacrificati sull’altare degli interessi dei giochi politici.
Dopo giorni di protesta, i lavoratori del cantiere di San Giovanni, anche su indicazione dei sindacati territoriali di categoria Feneal Uil, Filca Cisl, Fillea Cgil, hanno optato per una scelta di responsabilità che non gravasse ulteriormente sui tempi di lavorazione dell’opera, nell’intento di non arrecare ulteriore danno agli abitanti di una città palesemente allo sbando.
Per gli edili di Cgil, Cisl e Uil il tema sulla costruenda metro C, non è più soltanto rappresentato dal rispetto dei diritti dei lavoratori (a partire da quelli licenziati nel cantiere di San Giovanni), costantemente vessati dall’applicazione di contratti anomali, dal mancato riconoscimento delle ore lavorate, dai continui licenziamenti o passaggi da un’azienda all’altra, bensì dal sistema di affidamento degli appalti e delle lavorazioni, che hanno sinora determinato disastrose conseguenze sia per le maestranze che per le casse cittadine.
“Ancora una volta abbiamo scelto la strada della responsabilità sospendendo temporaneamente la protesta, ma è chiaro che sulla metro C occorre voltare definitivamente pagina” – dichiara il Segretario Generale della Feneal Uil di Roma, Anna Pallotta – “Attendiamo in queste ore, per la verità non senza un grande imbarazzo, di comprendere con chi dovremo interloquire perché la misura è colma. Il ripristino della legalità, il controllo della qualità dell’opera, la salvaguardia e il rispetto dei diritti dei lavoratori, della loro sicurezza e delle condizioni di lavoro non possono essere derubricati in alcun modo. Persino in questa imbarazzante assenza di interlocuzione politica a tutti i livelli, che perdura purtroppo ormai da anni, noi andremo avanti per la nostra strada, fino a che non avremo raggiunto gli obiettivi di legalità e giustizia sociale che ci siamo prefissi su questa a dir poco scandalosa opera“.