Per una nuova stagione di confronto

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feneal

Fine estate amaro. La questione siriana scuote gli equilibri - o forse più appropriatamente gli squilibri - mondiali, mentre l'Ocse ribadisce che l'Italia è l'unico Paese del G7 in recessione. Una recessione che si vede, si sente, si tocca, per effetto della quale un muratore romano disoccupato arriva ad improvvisarsi rapinatore di banche per poter mantenere la famiglia. Nessuna scusante, sia chiaro, ma tant'è.

Per trovare le coperture necessarie alla cancellazione dell'IMU sulla prima casa il Governo Letta, perennemente sul filo instabile delle vicende giudiziarie del leader del Pdl, mette mano a 250 milioni di euro del fondo per l'occupazione e infligge una dura sforbiciata anche alle risorse per la contrattazione di secondo livello. Lucchetto alle casse e conti blindati, per scongiurare lo sforamento del tetto del 3% nel rapporto Deficit/Pil, così come l'Europa impone. Sulla coda di quest'estate breve, anche la Capitale del neo sindaco Marino torna a fare i conti con il problema delle risorse in vista dell'approvazione del bilancio, prevista entro fine novembre. Le cifre non sono ancora ufficiali, ma secondo le stime il debito record del Campidoglio si aggirerebbe intorno agli 800 milioni di euro. Le dichiarazioni programmatiche dei nuovi amministratori capitolini e regionali lasciano presagire un'attenzione più capillare al territorio (che non ha certo bisogno di progetti mastodontici), sia in termini di qualità architettonica ed urbanistica, cura e manutenzione.

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Fine estate amaro. La questione siriana scuote gli equilibri – o forse più appropriatamente gli squilibri – mondiali, mentre l’Ocse ribadisce che l’Italia è l’unico Paese del G7 in recessione. Una recessione che si vede, si sente, si tocca, per effetto della quale un muratore romano disoccupato arriva ad improvvisarsi rapinatore di banche per poter mantenere la famiglia. Nessuna scusante, sia chiaro, ma tant’è.

Per trovare le coperture necessarie alla cancellazione dell’IMU sulla prima casa il Governo Letta, perennemente sul filo instabile delle vicende giudiziarie del leader del Pdl, mette mano a 250 milioni di euro del fondo per l’occupazione e infligge una dura sforbiciata anche alle risorse per la contrattazione di secondo livello. Lucchetto alle casse e conti blindati, per scongiurare lo sforamento del tetto del 3% nel rapporto Deficit/Pil, così come l’Europa impone. Sulla coda di quest’estate breve, anche la Capitale del neo sindaco Marino torna a fare i conti con il problema delle risorse in vista dell’approvazione del bilancio, prevista entro fine novembre. Le cifre non sono ancora ufficiali, ma secondo le stime il debito record del Campidoglio si aggirerebbe intorno agli 800 milioni di euro. Le dichiarazioni programmatiche dei nuovi amministratori capitolini e regionali lasciano presagire un’attenzione più capillare al territorio (che non ha certo bisogno di progetti mastodontici), sia in termini di qualità architettonica ed urbanistica, cura e manutenzione.

Per una nuova stagione di confronto

Fine estate amaro. La questione siriana scuote gli equilibri – o forse più appropriatamente gli squilibri – mondiali, mentre l’Ocse ribadisce che l’Italia è l’unico Paese del G7 in recessione. Una recessione che si vede, si sente, si tocca, per effetto della quale un muratore romano disoccupato arriva ad improvvisarsi rapinatore di banche per poter mantenere la famiglia. Nessuna scusante, sia chiaro, ma tant’è.

Per trovare le coperture necessarie alla cancellazione dell’IMU sulla prima casa il Governo Letta, perennemente sul filo instabile delle vicende giudiziarie del leader del Pdl, mette mano a 250 milioni di euro del fondo per l’occupazione e infligge una dura sforbiciata anche alle risorse per la contrattazione di secondo livello. Lucchetto alle casse e conti blindati, per scongiurare lo sforamento del tetto del 3% nel rapporto Deficit/Pil, così come l’Europa impone. Sulla coda di quest’estate breve, anche la Capitale del neo sindaco Marino torna a fare i conti con il problema delle risorse in vista dell’approvazione del bilancio, prevista entro fine novembre. Le cifre non sono ancora ufficiali, ma secondo le stime il debito record del Campidoglio si aggirerebbe intorno agli 800 milioni di euro. Le dichiarazioni programmatiche dei nuovi amministratori capitolini e regionali lasciano presagire un’attenzione più capillare al territorio (che non ha certo bisogno di progetti mastodontici), sia in termini di qualità architettonica ed urbanistica, cura e manutenzione, regia pubblica nella gestione degli interventi privati, che in relazione ad una visione strategica più stringente sulle modalità di attrazione ed impiego dei fondi europei. Ma una rondine non fa primavera. Le nuove giunte saranno realmente in grado di dare corso alle buone intenzioni?

Da settimane si consuma la partita tra Campidoglio, Roma Metropolitane e Consorzio Metro C, che ha portato al blocco temporaneo dei lavori per la costruzione dell’opera infrastrutturale più importante d’Italia. Al centro del braccio di ferro, senza stipendio da mesi, rimangono i lavoratori, un bersaglio mobile. Allo stesso modo, i ponteggi per il restauro del Colosseo ed il recente stanziamento, da parte del Cipe, dei fondi per la realizzazione del corridoio tirrenico, asse viario di primaria rilevanza, rendono oltremodo urgente fornire una risposta alla vecchia, consueta domanda: quando partiranno fattivamente le cantierizzazioni? Se i 5,3 miliardi di euro che il Governo destinerà alla Regione Lazio – prima firmataria in Italia del contratto per il pagamento dei debiti alle imprese – serviranno, com’è evidente, a saldare lavori già compiuti, quanti danari confluiranno realmente nelle casse per l’edilizia scolastica regionale dei 14 milioni stanziati dal Decreto del Fare? La crisi in città e sul territorio pesa ormai in maniera drammatica, i disoccupati crescono di mese in mese: nel Lazio hanno raggiunto quota 311mila pari al 12,3 per cento della popolazione. Soffrono tutti i comparti, ma l’edilizia, nello specifico, è del tutto ferma, esangue. A Roma e provincia, soltanto nel periodo ottobre 2012-marzo 2013, sono fallite 774 imprese e quasi 6mila operai hanno perso il lavoro, che si sommano agli altri 14mila posti di lavoro bruciati dall’inizio della crisi (2008). Stesso sconfortante trend nelle altre province. Così crescono – non ci stancheremo mai di ripeterlo – il lavoro nero, il lavoro grigio, il caporalato, soffocando nella spire della criminalità organizzata i princìpi stessi della democrazia. I nuovi amministratori comunali e regionali saranno in grado di reperire le risorse necessarie a far ripartire il settore e l’economia del territorio? In quale modo?

“Con le nuove giunte comunale e regionale puntiamo ad una fattiva collaborazione, a differenza di quanto accaduto con le precedenti amministrazioni, che spesso hanno preferito tenere distanti le parti sociali, per mettere in campo poche ricette ma efficaci, in grado di incidere su uno scenario tanto difficile e complesso” – dichiara Anna Pallotta, Segretario Generale Feneal Uil Roma, che aggiunge – “La priorità deve essere il lavoro regolare, l’unico volano in grado di far ripartire l’economia, da porre al centro di un percorso di seria riqualificazione, economica, etica, urbanistica e sociale del territorio, maltrattato dall’incuria e dalla totale assenza di una visione progettuale”.