Quei fondi ancora bloccati per i cantieri della Metro C

Quei fondi ancora bloccati per i cantieri della Metro C

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ediliziaSarebbe stato troppo bello. Puntuale, invece, è arrivata la smentita alle speranze residue. La telenovela dei cantieri per la costruzione della Linea C della Metropolitana di Roma prosegue tra scaricabarile assortiti. A ben vedere è l’unica cosa che va avanti. Il tutto nonostante le promesse, ribadite in ben più di una occasione, che lunedì 11 novembre finalmente sarebbero stati saldati gli oneri a carico della committenza pubblica, a partire dal Comune.
Va da sé che se la deroga rispetto ai pagamenti per prestazioni e lavori già effettuati da molto tempo dovesse proseguire, in una condizione di incertezza generale nella quale non si capisce dove sia il bandolo della matassa.

Quei fondi ancora bloccati per i cantieri della Metro C

Sarebbe stato troppo bello. Puntuale, invece, è arrivata la smentita alle speranze residue. La telenovela dei cantieri per la costruzione della Linea C della Metropolitana di Roma prosegue tra scaricabarile assortiti. A ben vedere è l’unica cosa che va avanti. Il tutto nonostante le promesse, ribadite in ben più di una occasione, che lunedì 11 novembre finalmente sarebbero stati saldati gli oneri a carico della committenza pubblica, a partire dal Comune.

Va da sé che se la deroga rispetto ai pagamenti per prestazioni e lavori già effettuati da molto tempo dovesse proseguire, in una condizione di incertezza generale nella quale non si capisce dove sia il bandolo della matassa, tra solenni affermazioni e pubbliche prese d’atto, poco spazio rimarrebbe per le imprese che sono impegnate nella realizzazione delle molteplici attività legate ai lotti aperti.
Di fatto, mentre queste ultime si sono ridotte ad essere anticipatrici di credito per la pubblica amministrazione, la medesima sembra non essere in grado di tenere fede ai suoi impegni. Per questo i lavoratori e le imprese si ritroveranno martedì 12 novembre al Campidoglio, per protestare e fare sentire la loro voce. Non sarà come la presa della Bastiglia, ma l’esasperazione non è poi troppo dissimile. Le parole non bastano più, anche se continuano ad essere pronunciate, e perlopiù a sproposito. Ogni ritardo presenta peraltro un costo, al di là dei crono-programmi fatti e poi rivisti. Ogni giorno di posticipazione nel prosieguo delle attività nei cantieri costa alla collettività la bellezza di ventimila euro, per un’infrastruttura i cui costi, in una quindicina d’anni, sono lieviti in maniera irragionevole e i tempi si sono dilatati in misura insostenibile.

In Comune si discute sull’affidabilità di Roma Metropolitane, la società che, come recita nel suo sito, «svolge per conto di Roma Capitale tutte le funzioni connesse alla realizzazione, ampliamento, prolungamento e ammodernamento delle linee metropolitane della Città di Roma». Il giro di investimenti è di dieci miliardi. C’è poi la Soprintendenza per i beni artistici e archeologici, insieme ad una pluralità di altri soggetti, pubblici e privati, ognuno con la sua parte da svolgere. L’insieme si traduce in un intrico senza fine. Soprattutto c’è la mancanza di certezze, che sta distruggendo quel che resta delle imprese edili romane e, con esse, del mondo del lavoro.

C. V.