25 APRILE E PRIMO MAGGIO

25 APRILE E PRIMO MAGGIO

Non è un caso che in un mondo attraversato da tante tensioni, preoccupazioni ed incertezze, in pochi giorni si presentino due ricorrenze che ci ricordano due principi cardine per la vita collettiva: la libertà ed il lavoro.

Sandro Pertini li ricordava con questa frase che richiama il valore della Costituzione che ad essi si è ispirata: “la Costituzione è un buon documento, ma spetta ancora a noi fare in modo che certi articoli non rimangano lettera morta, inchiostro sulla carta. In questo senso la resistenza continua…”

Il modo migliore per riconoscere la validità degli articoli della Costituzione resta dunque quello di metterli in pratica: per noi è fondamentale che venga riconosciuta nei fatti la dignità del lavoro di cui essa è fonte autorevole. E ricordiamoci sempre che essa va conquistata in continuazione: ancora in queste settimane assistiamo a vittime sul lavoro, siamo allarmati dalla continua avanzata della inflazione che ripropone il problema delle povertà, siamo condizionati dalla incertezza che mette a rischio una ripresa perché per il nostro settore ha una duplice valenza: ritorno al lavoro ma anche spinta per una più generale crescita economica.

Del resto, sappiamo bene che la libertà è sempre messa in forse in mille maniere: oggi ce lo ricorda la tragedia della guerra in Ucraina, ma in modo più subdolo emerge dalla prevalenza della concentrazione del potere economico e finanziario che ha prevalso sulle politiche riformatrici e tese a diminuire le diseguaglianze.

Ecco perché ad esempio la Uil ha riproposto nella sua stagione congressuale una particolare attenzione alla persona ed ai suoi valori. Il lavoro può avere centralità come vogliamo che sia quando viene rispettato nella sua integrità di persona sul piano sociale, sindacale, formativo e politico.

La Festa della Liberazione è dunque anche un momento nel quale va riscoperto l’impegno riformista per evitare regressioni e declino civile ed economico e ribadire la determinazione dell’impegno umanitario del sindacato là dove viene calpestata e negata la dignità umana.  La festa del Primo Maggio ci spinge non solo ad essere sempre attenti a difendere con energia la sicurezza sul lavoro, le regole che vanno rispettate per evitare la giungla contrattuale ed i rischi per la vita dei lavoratori, ma anche capaci di esercitare un ruolo propositivo ed autonomo per evitare di dover affrontare nuovamente periodi di recessione e di stasi produttiva.

Nella nostra città tutto questo deve concretizzarsi in un ritorno, che ancora non si vede, al confronto sulle strategie di sviluppo e di riorganizzazione della nostra vita collettiva con le Istituzioni locali. È tempo che la fase di ricognizione, necessaria, e di assestamento volga rapidamente al termine. La nostra categoria si attende che si delinei un piano organico di ripresa delle opere che sono essenziali. I valori che non devono “rimanere inchiostro sulla carta” si difendono con i fatti che sanno costruire un futuro migliore.

Giovanni (Agostino) Calcagno

Segretario generale Feneal Uil Roma e Lazio