SBLOCCA CANTIERI AL VIA MA NON BASTA. ROMA, NO A CORRUZIONE, NO ALLA PARALISI.

SBLOCCA CANTIERI AL VIA MA NON BASTA. ROMA, NO A CORRUZIONE, NO ALLA PARALISI.

Alla fine il Governo è riuscito a varare il decreto sblocca cantieri. Ma il traguardo della ripresa delle opere e della riapertura dei cantieri pare ancora lontano. Anche perché un decreto che prevede già cambiamenti prima di approdare in Parlamento (con la frase sibillina del “salvo intese”) non è certo un segnale di accelerazione, bensì di faticoso compromesso.

A questo scenario che lascia dietro di sé parecchi dubbi sulla volontà effettiva di cambiare registro, si aggiunga la situazione romana che pare non svincolarsi mai da un soffocante clima di scandali che rischia di perpetuare l’immobilismo e la precarietà nel settore.  Come Feneal Uil di Roma ribadiamo con fermezza il volere chiarezza raggiungibile solo con l’indicazione di cantieri certi, di percorsi di attuazione certi, di risorse da impiegare certe. La trasparenza è fondamentale ma non può essere disgiunta da quella concretezza che può offrire garanzie reali in termini di lavoro e di miglioramenti infrastrutturali. Non ci sono più alibi per Roma anche se temiamo l’ennesima e deleteria frenata su appalti e progetti alla quale tutte le forze sociali dovranno, se si verifica, rispondere con grande determinazione.

Del resto, neppure nel decreto sblocca cantieri si fa accenno alle opere prioritarie da far partire senza indugio. Come se esse fossero tuttora dei fantasmi che agitano le dispute nella maggioranza, più che essere degli obiettivi a breve termine per rianimare il settore. Non può sfuggire il fatto che l’Istat in questi giorni ha documentato che l’edilizia a gennaio ha registrato un piccolo progresso congiunturale ma un regresso più marcato, dell’1%, sullo stesso mese del 2018. Insomma, non ci siamo proprio. E con i rischi recessivi che incombono non c’è da essere ottimisti se non arriva una svolta vera che solo il nostro settore può assicurare all’economia italiana. Il Governo sa che non staremo con le mani in mano e lo abbiamo dimostrato con la forte mobilitazione del 15 marzo. Una discesa in campo che ha, fra l’altro, avuto ampi consensi anche al di fuori dei sindacati, perché non basta ricorrere all’urgenza di un decreto, serve agire con urgenza nell’interesse generale del Paese.

 

Giovanni (Agostino) Calcagno

Segretario generale Feneal Uil Roma e Lazio

 

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