Ancora una vittima del lavoro a Roma

Ancora una vittima del lavoro a Roma

Ancora una vittima del lavoro a Roma. In un periodo nel quale il lavoro è drammaticamente calato, gli infortuni sul lavoro invece vanno nella direzione opposta. Il problema della sicurezza non riesce a diventare, come dovrebbe, un dovere civile, prima ancora che sindacale. Ed è inaccettabile che a ricordarcelo arrivino puntualmente drammi umani che colpiscono lavoratori e famiglie.

Il sindacato, unitariamente, ha ricordato a tutti che dall’inizio nell’anno sono già sei le vittime, per non parlare dei lavoratori ricoverati in ospedale per infortuni gravi o gravissimi. Occorre una svolta reale dopo anni di scelte contraddittorie nelle quali l’unica verità acclarata è stato l’allentamento dei controlli spesso in nome di un assurdo credo liberista che volendo affrancare le imprese da un sistema di controlli considerato troppo rigido, ha creato invece le condizioni per trasformare alcuni luoghi di lavoro in vere e proprie trappole per l’incolumità dei lavoratori.

Il ricorso al lavoro nero, favorito dalla mancanza di efficaci politiche del lavoro e dalla colpevole sottovalutazione dello stato di crisi dell’edilizia di tutti i Governi dalla recessione fino ad ora, hanno fatto il resto.

Siamo più che mai convinti che il rilancio del settore, necessario per l’intera economia, debba procedere in parallelo con una concreta strategia che non nasconda più la questione della sicurezza, ma la consideri come un priorità sulla quale non abbassare mai la guardia.

E’ scandaloso infatti che a Roma, dal Giubileo di inizio millennio, si sia persa ogni traccia della task force sulla sicurezza che unificava i vari protagonisti dei controlli sul territorio, dalle Asl all’Inail, dai Carabinieri alla guardia di finanza, solo per fare alcuni esempi. Questa struttura deve essere ripristinata in quanto garantisce prevenzione, controlli e collegamento con le forze sociali, ma al tempo stesso può evitare una  sovrapposizione di interventi che finiscono solo per essere un ostacolo alla attività economica e produttiva.

Ed è davvero assurdo che in una realtà come quella rappresentata da Roma e provincia non ci sia un Osservatorio sulla sicurezza degno di questo nome che monitori quel che avviene nella attività del settore e sia in grado di individuare criticità e zone grigie del lavoro edile.

Sono due strumenti indispensabili per avviare una svolta nel campo della sicurezza assieme alle rivendicazioni tradizionali delle organizzazioni sindacali a partire dal ripristino del Durc privato dei suoi connotati iniziali e di conseguenza meno incisivo. Ma soprattutto deve finire l’indifferenza istituzionale sul piano locale e regionale nei confronti del problema della sicurezza e delle condizioni attuali del lavoro nel settore. In realtà dobbiamo constatare che tutto è peggiorato e che le difficoltà attuali, tradotte in meno posti di lavoro e meno imprese, stanno aumentando i rischi in tutte le direzioni: disoccupazione, dequalificazione, lavoro irregolare, poca trasparenza nella co-presenza di vari contratti nella stessa impresa. Ed è questo un terreno di coltura insidioso per la stessa incolumità di chi lavora nei cantieri. Ci vuole allora una presa di coscienza molto forte sulla esigenza di considerare il settore tuttora in crisi come una priorità  da affrontare con il concorso delle organizzazioni datoriali e sindacali. Non è possibile che prevalgano sempre e comunque  invece altri interessi, da quelli politici di schieramento a quelli che privilegiano l’attenzione ai destini personali, a quelli che puntano tutto sulla gestione del potere e non su progetti di sviluppo che contengano anche scelte in grado di valorizzare la dignità del lavoro. Serve un salto di qualità complessivo della vita politica e sociale a Roma e nella regione. Il degrado complessivo che si è raggiunto lo spiega chiaramente. E si macchia anche di morti sul lavoro che non possono più essere archiviati come una dolorosa nota di cronaca. Il nostro compito è allora quello di contrastare questa deriva e di costringere tutti a guardare in faccia la realtà per trovare soluzioni ed evitare drammi.

Giovanni (Agostino) Calcagno

Segretario generale Feneal Uil Roma e Lazio