Si pensava di averle viste tutte ed invece no: un agosto con una campagna elettorale è certamente l’ennesima improvvisazione di una politica che pare faccia fatica ad accorgersi che abbiamo davanti a noi mesi difficili.
Un fatto è certo: non rinunceremo, come sindacato a difendere il ruolo di volano dell’economia che ha il nostro settore: si deve andare avanti, sia pure con opportune modifiche (ed un decalage motivato nel tempo dei vantaggi) con il bonus del 110% vista la vastità di interventi necessari da fare; si devono usare le risorse del Pnnr a Roma senza che ci siano rischi di dirottamenti; si deve andare avanti nelle opere di messa in sicurezza del territorio e sugli interventi relativi alla transizione energetica. Un’agenda che non ammette ripensamenti se davvero come sostengono tutti i leader politici si deve lavorare per il bene del Paese.
Cgil, cisl e Uil anche di recente nell’incontro con Draghi hanno mostrato, a differenza di certa politica, molta concretezza e molta determinazione nell’ottenere risposte che possano alleviare le difficoltà economiche di lavoratori e pensionati. Non si tratta di assistenzialismo demagogico, ma misure che debbono, come ha ribadito il leader della Uil Pierpaolo Bombardieri, diventare strutturali, vale a dire capaci di dare certezze alla condizione di vita di milioni di persone che con salari e pensioni non ce la fanno ad arrivare alla fine del mese dopo aver contribuito in modo essenziale a far andare avanti il Paese.
Serve dunque che la decontribuzione e la rivalutazione delle pensioni, per fare due esempi, siano inserite in una strategia più ampia in grado di evitare nuovi disagi e nuove diseguaglianze che sarebbero davvero insopportabili.
La campagna elettorale, si sa, è il paradiso delle promesse. Seguito non di rado dal Purgatorio subito dagli italiani. Abbiamo un contesto economico e sociale nel quale invece la concretezza, il coraggio, la lungimiranza dovrebbero tener banco. L’inflazione non la riporti a livelli accettabili con la demagogia. I soldi europei non arrivano solo perché ci chiamiamo Italia, le riforme vere che attendono da troppo tempo non vedranno la luce solo perché le si declamano per ottenere consensi.
Questa strada se imboccata non porta da nessuna parte. Ecco perché il movimento sindacale resta vigile per impedire false speranze e scelte sbagliate.
Intanto ci sono problemi sempre gravi che vanno affrontati e non dimenticati: è il caso degli infortuni sul lavoro. Del resto lo stesso Inail ha denunciato in questi giorni la gravità della situazione: Le denunce di infortuni e di malattie professionali (che spesso ci dimentichiamo e che sono legate invece alle condizioni di lavoro) sono in aumento preoccupante. Nei primi cinque mesi del 2022 si è registrato un aumento degli infortuni del 47% rispetto allo stesso periodo del 2021. Ogni sottovalutazione del fenomeno, va detto, sarebbe indice di una pesante responsabilità politica e morale a questo punto. La nostra categoria a Roma sta cercando di intervenire: il tavolo aperto in Prefettura sta dando dei buoni esiti, soprattutto nella prospettiva di realizzare un Osservatorio in grado di prevenire ed intervenire con la maggiore efficacia possibile.
Insomma il sindacato sa che la situazione impone determinazione, continuità, unità di intenti. Lo dimostra ed intende dimostrarlo anche nei prossimi mesi.
La tregua estiva, l’abbiamo detto, sarà quest’anno molto breve. Ma è importante che non si perdano di vista le vere priorità. Anche questo è un compito da assolvere per lavoratori e sindacati.
Giovanni (Agostino) Calcagno
Segretario generale Feneal Uil Roma e Lazio