Da sblocca cantieri a… sbrocca cantieri

Da sblocca cantieri a… sbrocca cantieri

Lo “sblocca cantieri” approda alla Gazzetta Ufficiale ma non è ancora una buona notizia. In primo luogo perché a quel che sembra non ci sono novità per il Lazio, considerato alla stregua di… una periferia dell’Impero gialloverde. Ma soprattutto restano forti perplessità sul come è congegnato il provvedimento e su come effettivamente uscirà dall’esame parlamentare.  Questi decreti ormai assomigliano a dei minestroni nei quali c’è di tutto meno forse la…spinta a rilanciare la crescita. Intanto, va detto senza compiacimenti, potrebbe essere illusorio attendersi quella svolta che il settore richiede da tempo per rimettere in moto se stesso e l’economia italiana sempre in bilico fra stagnazione e recessione. Stiamo parlando di opere utili al Paese, di tanto lavoro che potrebbe esserci ma che latita, di interventi che a loro volta possono mettere in moto nuove attività economiche, di retribuzioni che possono rendere più dignitosa la vita di tanti lavoratori dando un contributo importante ai consumi.

Invece finora abbiamo assistito allo squallido balletto di numeri sul subappalto che in una prima versione era indicato al 30% per poi salire disinvoltamente al 50% e, forse, planare al 35% o giù di lì. Tutto questo mentre la dolente lista delle morti sul lavoro si allunga nell’indifferenza del Governo e della politica. Di questa…contemporaneità ci si dovrebbe vergognare, invece l’insensibilità politica anche di chi si autoproclama Governo del popolo continua a regnare sovrana.

Ma al dunque da questa vicenda dello “sblocca cantieri” emerge ancora una volta che proseguire testardamente sulla strada dell’autosufficienza da parte del Governo, senza sentire la necessità di confrontarsi con le proposte delle parti sociali conduce in un vicolo cieco. E spinge a varare misure che non risolvono i problemi come andrebbe fatto, che riducono i diritti, che impediscono il delinearsi di un progetto reale che veda andare di pari passo la modernizzazione infrastrutturale e la manutenzione del territorio. Eppure dalla grande manifestazione di Piazza del Popolo del 15 marzo scorso e dalle stesse richieste del mondo imprenditoriale si poteva attingere per fare un decreto efficace e rapido nel produrre gli effetti sperati con l’apertura dei cantieri. Invece niente, si prosegue sulla strada della competizione interna alla maggioranza indifferente a quanto si muove nell’economia reale.

Il ricorso disinvolto e…cinico al subappalto in dosi massicce per giunta ha rivelato aspetti inquietanti di un provvedimento che rischia di aprire nuovi varchi al mondo della criminalità, di ricreare una giungla nel settore dell’edilizia, di mortificare i contratti nazionali a vantaggio di altro lavoro irregolare.

E, paradossalmente, non accelera un bel nulla: il nostro timore è che restino al palo proprio le opere che attendono di ripartire. Semplificare è importante ma non vuol dire calpestare regole conquistate che invece sono fondamentali per garantire la dignità del lavoro, la buona concorrenza, la trasparenza. Ed a quel che si comprende dalle bozze dello sblocca cantieri più che vicini ad una svolta siamo prossimi ad uno “sbrocca” cantieri.

Ignorare poi Roma ed il Lazio è una grave responsabilità. Un atteggiamento colpevole che purtroppo è aggravato dalla confusione e dall’inerzia della amministrazione capitolina. E’ inutile sostenere che verranno ascoltate le imprese (e i sindacati?) come se fosse un atto di benevolenza. Quello che serve, urgentemente, è un confronto serrato e concreto fra l’Amministrazione comunale e le parti sociali in vista di un programma credibile e certo nella riattivazione delle opere che sono essenziali per la città e per la sua vita economica e sociale. Invece si continua con gli annunci che non arrestano il degrado e finiscono per alimentare l’impressione che l’immobilismo sia il frutto di una, purtroppo, desolante incompetenza.

Ed invece mai come in questo momento Roma avrebbe bisogno di un rilancio a 360 gradi, anche per recuperare un’identità civile e sociale che sta erodendo fra fatti di cronaca nera, abbandono del decoro, tensioni nelle periferie. In momenti come questi l’azione sindacale è più che mai necessaria per garantire coesione, per difendere le ragioni del lavoro, per indicare con equilibrio e senza faziosità una direzione di marcia in positivo. Un compito difficile ma che non può essere eluso.

Un compito che la Feneal Uil di Roma quotidianamente porta avanti in difesa dei lavoratori e di tutti i cittadini. Da sempre!!.

 

Giovanni (Agostino) Calcagno

Segretario generale Feneal Uil Roma e Lazio