Sicurezza ripresa avvenire di Roma. Il nostro impegno

Sicurezza ripresa avvenire di Roma. Il nostro impegno

“Parliamo spesso di nebbie di notte per definire la situazione in cui ci troviamo e nella nebbia o nella notte occorre accendere i fari più forti…”, è una frase del Cardinale Martini che si presta bene al nostro muoverci nella pandemia che non da tregua.  Ed i “fari forti” sono soprattutto la direzione di marcia della crescita e del lavoro che comincia a delinearsi e che tutti, politica in primo luogo, si dovrebbe privilegiare sopra ogni altro ragionamento e sopra ogni egoismo particolare. Perché se la via è stretta eppure la vitalità del sistema economico italiano ci induce a raddoppiare gli sforzi per allargarla e puntellarla. È quello che il movimento sindacale sta tentando di fare in ogni modo. Oggi tutta l’attenzione dell’opinione pubblica pare insistere sul dilemma del green pass, inteso come una sorta di totem della libertà o della privazione della stessa. Ma poco si riflette invece che la vera libertà risiede altrove: nel liberarsi dalle difficoltà economiche di tante famiglie, nel difendere il lavoro, recuperare la sua dignità, aprire prospettive nuove. E, soprattutto, il lavoro è possibile se si svolge nella sicurezza. Sicurezza dal virus, sicurezza dai rischi che purtroppo seminano vittime. Se vogliamo muoverci davvero con spirito solidale la strada è questa: collaborare per garantire al nostro Paese il massimo di sicurezza in tutti i sensi. E dobbiamo riaffermarlo: la vaccinazione è un pilastro. E se vogliamo davvero parlare di libertà allora ricordiamoci che in questo Paese il 30% dei giovani è senza lavoro, ovvero è privato della libertà più importante: costruirsi un futuro. Ecco perché oggi rispettare la sicurezza di tutti è un dovere: anche per evitare di trovarci in autunno a veder disperso quell’iniziale capitale di ripresa produttiva che invece deve essere il nostro vero punto di parenza. Anche nel nostro settore segnali positivi si avvertono ormai da qualche mese.  Molto parziali ed ancora insufficienti a recuperare i posti di lavoro persi. Ma è un inizio che non va sottovalutato. Molto c’è da fare. Ovviamente il là deve essere dato dalle Istituzioni e dalla politica. Ad esempio, lo sforzo di semplificazione del bonus del 110% va valutato con attenzione proprio perché finora le sue potenzialità sono state sfruttate molto meno del necessario a causa di meccanismi farraginosi e poco chiari. Così come l’avvento dei commissari per gestire le opere pubbliche va bene se vuol dire una riapertura dei cancelli dei cantieri su larga scala, in Italia e nella nostra regione. La pausa estiva quest’anno, a causa della crisi e del perdurare della pandemia, sarà molto breve. Da settembre in poi però si dovranno affrontare problemi fondamentali per tornare ad una situazione che dia davvero centralità al lavoro. In primo luogo, le riforme da fare, a partire da quella fiscale che deve restituire equità ad un sistema nel quale i redditi più penalizzati sono quelli dei dipendenti e die pensionati. La stessa Ape sociale per i lavori usuranti deve essere migliorata per il nostro settore. Se ne parla, ci si lavora, ma si deve concludere ed in fretta. Il Lazio e Roma non possono stare ai margini di questo sforzo per ritornare ad essere una economia vitale e che è in grado di offrire lavoro vero. Certo, l’approssimarsi delle elezioni a Roma non aiuta anche perché finora il clima preelettorale non appare esaltante. Ma a noi interessano i fatti concreti, le promesse per catturare voti specialmente in una situazione difficile come l’attuale, non ci possono convincere. Specialmente a Roma, tempo ed occasioni perdute come le Olimpiadi, esigono un cambio di marcia poderoso. Ecco perché il nostro compito sarà quello di incalzare sui temi della crescita e della sicurezza che devono restare strettamente legati, ma anche quello di non dare tregua sulla necessità di restituire a Roma una prospettiva di rilancio civile ed economica che oggi non ha. È un compito gravoso ma da assolvere al meglio con il nostro spirito unitario ed il consenso dei lavoratori del settore. Giovanni (Agostino) Calcagno Segretario generale Feneal Uil Roma e Lazio