Siamo entrati in un periodo nel quale si dovranno affrontare nodi della vita economica e sociale di non poco conto. Abbiamo di fronte a noi le elezioni europee ed è sintomatico che le più grandi nazioni del Vecchio Continente non siano in grado di proporre ai loro cittadini il valore della costruzione europea in un momento internazionale tanto gravido di avventure pericolose. La Francia sfoggia bellicismo, la Germania teme l’involuzione produttiva, l’Italia pensa alle elezioni in Abruzzo e Basilicata. Eppure sarebbe il momento di alzare lo sguardo oltre i fatti contingenti con quello che avviene nel mondo. Draghi ha proposto una strategia economica che già fu di Delors, quella di grandi investimenti pubblici e privati. Il nostro settore inevitabilmente troverebbe in quel disegno di sviluppo un ruolo e delle prospettive importanti. Ma è finora una voce che parla nel deserto…
Eppure, dopo il bonus del 110% e mentre si è ormai circoscritto l’effetto dei lavori per il Giubileo non si capisce cosa ci sarà nell’immediato futuro. Si è come anestetizzati dal dovere di progettare un percorso di crescita, mentre dobbiamo constatare che su questioni fondamentali come quella degli incidenti sul lavoro non si osserva alcuna reale volontà di cambiare strada. La Feneal e la Uil non molleranno di certo la presa su un problema che riguarda l’intera dignità del lavoro e sulle proposte realistiche e serie che possono impedire una scia di morte che non si arresta. Ma fa impressione il constatare che la politica non riesca a inserire fra le sue priorità questo tema di civiltà.
Si avvicina la data dell’8 marzo, ma in modo paradossale se poniamo attenzione anche in questo caso alle tragiche uccisioni di donne nel nostro Paese. Inutile provare ad aggiungere ragionamenti oltre quelli compiuti tante volte, semmai possiamo dire che occorre comunque rivalutare nel vivere concreto il senso di rispetto per ogni persona, è necessario che la società prosegua a valorizzare il ruolo delle donne nella nostra convivenza civile, è quanto mai utile bandire ogni forma di odio nella vita collettiva. Ed è giusto che si affermi ancora una volta che non esiste una data singola per dare considerazione al valore delle donne, bensì serve che ogni giorno si mostrino comportamenti coerenti.
Con la primavera saremo alle prese con i dati economici di fondo, dal Pil alle risorse che servono per lo sviluppo. Finora anche dal Pnrr non si è notato un cambio di passo nella nostra economia: dobbiamo sapere che il passaggio fra un ottimismo di maniera e la cruda verità di una eventuale stagnazione non è molto lungo, anzi, può essere breve. E va evitato che ciò accada. Anche nella nostra regione, nella nostra città. Da riformisti abbiamo sempre privilegiato il confronto, ma non fine a sé stesso, bensì mirato a risultati positivi per il lavoro. Proseguiremo in questa direzione. La sensazione è come di vivere in una sorta di bonaccia sociale; non è così, i problemi che abbiamo di fronte invece sollecitano a guardare in faccia la realtà: Il sindacato lo ha sempre fatto e lo farà. Altri invece sembrano aver smarrito questa elementare verità.
Giovanni (Agostino) Calcagno
Segretario generale Feneal Uil Roma e Lazio